Parrocchia
di San Nicolò in Fusine
Chiesa di San Nicolò
Storia
Secondo la tradizione il primitivo tempio dedicato a san Nicolò sarebbe sorto attorno all’XI secolo; le prime fonti documentarie che ne attestano l’esistenza risalgono, tuttavia, solo al 1570.
Le relazioni delle Visite Pastorali di quell’epoca riferiscono che la messa, celebrata saltuariamente, veniva officiata da un cappellano inviato dalla lontana matrice di san Floriano.
Nel corso degli anni i regolieri del territorio dello Zoldo Alto inoltrarono reiterate richieste, puntualmente respinte, di erigere Fusine a parrocchia indipendente.
La supplica, alla fine, fu rivolta al Nunzio apostolico in Venezia che, dopo un sopralluogo nel 1613, risolse la dibattuta questione elevando San Nicolò a parrocchiale (1615).
Dai documenti curiali della metà del XVII secolo risulta che il tempio, particolarmente curato, era dotato di quattro altari, di pregevoli arredi sacri, di numerose suppellettili liturgiche in argento, di preziosi paramenti tessili in damasco e seta.
Tra il 1667 e 1689 l’edificio fu oggetto di importanti modifiche strutturali dettate dalla costante crescita del numero dei fedeli.
Nello stesso periodo venne istituita la Confraternita del Suffragio, pia aggregazione particolarmente dedita alla preghiera per i defunti, che fece realizzare per l’altare delle Anime del Purgatorio una pregevole pala raffigurante la Vergine con il Cristo morto.
Nei primi decenni del XVIII secolo si procedette alla elevazione della torre campanaria, la cui guglia venne poi rifatta nel 1846 su progetto e sotto la direzione di Giovanni Battista Panciera Besarel, coadiuvato dal figlio Valentino.
Il manufatto degli artisti zoldani fu preservato dagli interventi di radicale trasformazione attuati nel 1900, che portarono alla realizzazione dell’attuale chiesa parrocchiale, solennemente consacrata nel 1902.
Architettura e Arte
Dalle relazioni delle Visite Pastorali del secolo XVI si evince che l’edificio primitivo, edificato su un rialzo, presentava impianto ad aula unica, con abside rivolta a oriente e campanile posto sul lato settentrionale.
L’attuale pianta a croce latina, progettata dall’ing. Antonio Monterumici, è il risultato della demolizione dell’antico coro e della costruzione di un transetto da innestare su una nuova aula di vaste dimensioni, disposta con asse nord-sud.
Le decorazioni pittoriche delle facciate, eseguite su disegno di Ludovico Seitz, furono condotte per gradi, tanto da terminare solo nel 1938.
Con il nuovo assetto la chiesa venne dotata, grazie alla generosità della famiglia Colussi, di ulteriori opere d’arte, che andarono ad accrescere il ricco patrimonio esistente.
Nell’ancona dell’altare maggiore trova posto una pregevole pala, attribuita a Jacopo Marieschi, rappresentante la Vergine con il Bambino ai cui piedi siedono san Nicolò, riconoscibile dagli attributi iconografici del piviale e del libro sacro, e san Giovanni Nepomuceno.
Ai lati dell’altare si ergono due maestose statue dei santi Pietro e Paolo, eseguite da Valentino Panciera Besarel sulla base della revisione dei prototipi già usati nel 1855 per la parrocchiale agordina di Tisèr.
Opera dell’artista di Astragàl sono anche il Crocifisso in legno di cirmolo affisso a lato del pulpito, la bianca statua di sant’Antonio “Premiata a Parigi nel 1900”, il simulacro della Madonna del Rosario, ospitato in un altare ligneo intagliato dal cadorino Giovanni Battista De Lotto.
Nell’altare minore intitolato alla Passione la tradizionale pala dipinta è sostituita da un pregevole Crocifisso in legno policromo, attribuito alla bottega di Andrea Brustolon.
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